Friday, May 13, 2005

Rosa elefanti

Son qua, son qua, i rosa elefanti siam, tre per tre e marciano
quaggiù quaggiù arrivan di su e di giù!
Son qua, son qua, continuano ad avanzar come uman marciano
ondeggiano di qua e di là i rosa elefanti van!
Cosa farò cosa farò come fuggire potrò!
(dal film Dumbo)


Siamo cresciuti con i cartoni e i film della Disney. Quelli colorati buffi e divertenti che ci propinavano i nostri genitori per farci stare buoni il sabato pomeriggio. Intere generazioni li hanno visti, imparati a memoria: chiunque possiede una copia più o meno legale di ognuno di essi. Ci hanno dato bambini che volano, geni della lampada, governanti con l'ombrello, stregatti e regine di cuori, burattini di legno, elefanti con gli orecchioni. Palmipedoni. Volpi con l'arco e le frecce. Gatti aristocratici.

In questo tripudio di fantasia, col senno di poi mi accorgo che qualcosa non quadra. Che forse, sotto sotto ci hanno preso in giro spacciando per ironia ed immaginazione i postumi di sbronze colossali negli studios americani. Schiere di sceneggiatori e disegnatori ubriachi fradici o sotto l'effetto di chissà quale prodigioso mix sintetico degli anni cinquanta.

Parliamoci chiaro, i rosa elefanti di Dumbo saranno pure simpatici ed allegri finchè sei bambino ma riesce difficile inventarsi roba del genere se non sotto effetto di pesanti allucinogeni. Poi c'erano i pinguini camerieri in Mary Poppins, e l'ombrello pappagallo parlante. I topini che cucivano il vestito alla ragazza tutta cenere e pentola. Balene dal ventre talmente grande e ben arredato da sembrare locali alla moda. Ma dai. Gatti che suonano jazz, scimmioni che fanno swing. Per non parlare di Alice nel paese delle meraviglie: il massimo. C'era il brucaliffo che spippava fumo da un vistoso narghilè mangiando funghetti che facevano crescere. Il bambino non capisce e guarda inerte. Indifeso, poverino. Il cappellaio matto che tagliava tazzine in porcellana e faceva discorsi assurdi con il coniglio manco avessero appena fatto su un cannone di un metro. Ancora? Le carte che dipingevano le rose e i due buffi PincoPanco e PancoPinco a raccontare storie nonsense facendosi suonare la pancia a vicenda.

Un sottobosco di allucinati e scoppiati davvero da paura. Lo zio Walt, oltre cinquant'anni fa se la passava davvero bene non c'è che dire. Avrei fatto la firma a lavorare per loro invece che imbrattare pagine di un blog nel duemilacinque. Sempre detto io che ho sbagliato epoca.