Tuesday, December 27, 2005

27 giorno di paga

Arriva sempre il momento di pagare. Il 27 per l'appunto, dove trascorriamo sereni il pomeriggio sul cesso, trasformando in oro tutti i pranzi e le cene natalizie.




Wednesday, December 21, 2005

Kid

Attendo nella camera buia da ormai troppe ore. Il puzzo di sudore, di umido e i vestiti madidi che ho indosso saturano l'ambiente. Ci saranno i topi qui dentro. Quanto tempo è passato? Ricordo che ero solo, camminavo per via Spadoni verso ora di cena. Una telefonata. Ilaria. La sua voce calda e sensuale. Ho voglia di fare l'amore con te. Una botta in testa e poi il buio.
[lampo] di suono nella mente contorta, riecheggia livida un'eco di risa puerili, mi guardano sentono provano ebbrezze incredibili all'ombra di una bottiglia di rum e BAM la porta si chiude e tutto passa di colpo come uno schiaffo improvviso e me ne torno tranquillo a contemplare il silenzio di una stanza buia come una vacca nera in una notte senza luna.
Devo aver dormito per delle ore. Dove cazzo è il telefono cellulare? (prova sul comodino). A tentoni lo afferro. Eccolo, grazie. (figurati.)
C'è un esseemmeesse, dev'essere suo. "Che fine hai fatto?". Cara. Me lo chiedo anche io. Un momento. Questa non è la sua calligrafia. E' un falso. Ho le gambe legate al letto, il pazzo criminale che ha fatto tutto questo deve avere il cervello a puttane e il cuore dentro ad una tazza del cesso. Ho ancora il portafoglio in tasca, scommetto che è vuoto e quell'infame si è fregato tutti i soldi. No. Zingaro! Dev'essere successo tutto troppo in fretta. Ho voglia di fare l'amore con te, cara. Che cazzo mi viene in mente. Amore, aspettami. Esco e ti raggiungo.
Provo a telefonare ma non c'è campo. Devo essere in un seminterrato, c'è troppo buio per essere reale. Vediamo di uscirne eh? Con calma, con calma, cazzo non ti agitare che potresti pure svenire per l'
[olezzo] fetido che sale alto e ti fa perdere i sensi mentre un'ombra lunga entra nella stanza ma non c'è luce a mostrarla e non c'è suono che ti possa far capire che da questo inferno non ne uscirai vivo ed è ormai giunta la tua ora perchè non c'è un senso a tutto questo e non c'è nemmeno pietà. Ricordi da bambino quando buttavi in terra i tuoi amici e poi chiedevi scusa? E' acqua passata pidocchioso. Non c'è spazio per i sentimenti adesso perchè deve compiersi il Rito e la filastrocca deve proseguire come è scritta.
Mi risveglio nuovamente. Sono ancora legato e mi fanno male le ossa. D'improvviso un frinire di cicale sale alto da un punto della stanza. Poi uno scoppio improvviso. Come uno sparo a distanza ravvicinata. Qualcuno è davanti a me, lo sento muoversi. Impugna una pistola a quanto pare. Ha appena sparato.
- Cosa cazzo???
- Non dire niente.
- Come?
- Non muoverti.
- Sono legato non vedo come...ma chi sei?
- Ho detto silenzio.

Quella voce. L'hai già sentita. Fai uno sforzo, pensa, non è una voce nuova, pensa pensa pensa, sforzati di ricordare da dove viene. Ora è più grossa ma se fai largo nelle tenebre del tuo cervello sicuramente la troverai.
- Parla. Parla Cristo santo! Dimmi qualcosa.

Una risata sale alta e allora d'improvviso si illumina tutto quanto. Un contatto nella mente si fa largo. Neuroni che si accendono, nervi che si collegano, il sangue fluisce rapido da una parte all'altra. Ora te lo ricordi dove hai già sentito quella voce anche se eri davvero piccolo e non poteva venirti in mente subito di quella volta
[giardino della scuola], lui ti chiese aiuto perchè un tuo amico lo stava prendendo in giro e gli abbassava i pantaloni prendendolo in giro davanti alle tue compagne di classe. Tu eri piccolo, te la ridevi e non lo aiutasti, stronzo, vedi i casi della vita? Anni dopo non gli hai passato nemmeno il compito di matematica alla maturità. Dovette ripetere l'anno mentre tu fosti licenziato con il massimo dei voti.
Ed eccotelo davanti cresciutello, ha la voce da uomo adesso, come minimo si sarà fatto crescere la barba per sembrare più virile lo stronzetto.
- Ti ho riconosciuto sai? Sei Giorgio, quel ciccione sfigato che si è fatto anni di scuola con me. Come cazzo mi hai ritrovato?
- Non cel'ho con te. Sei solo una vittima della società. Guardati, come sei diventato. Che pena. Credimi, lo faccio per il tuo bene.
- Sei un pazzo furioso, lho sempre sostenuto.
- Almeno ora ne hai la certezza. Mi fa piacere darti ragione, se questo ti fa sentire uno importante.
- Che pezzo di merda. Non farmi del male, ti prego! Liberami e ti darò quello che vuoi.
- Il tuo conto in banca è così pingue? Mi fa molto piacere. Ancora poco e sarai libero e la mia opera compiuta.
- Ti prego, non c'è motivo di...
Un rumore sordo echeggia nell'aria. Chiudo gli occhi credendomi morto. Trattengo il respiro. Apro gli occhi, chiudo gli occhi. Sono ancora vivo. Il cuore rimbalza in bocca e il puzzo della polvere da sparo sale nell'aria rapido.
- Giorgio?

Da La Repubblica Bologna, 21 dicembre 2005:
Ritrovato il cadavere di Giorgio Battistoni, suicida in un seminterrato del palazzo in cui viveva. L'allarme è stato dato dai vicini di casa che avevano sentito il trambusto durante la notte. Al suo fianco, legato ad un letto, il giudice Carlo Boni, che stando alle prime ricostruzioni stava indagando su un caso di riciclaggio di denaro e favoreggiamento in cui era implicato Battistoni. A svelare il mistero del suo folle gesto, una lettera lasciata a fianco al suo corpo dal suicida, trovato nudo nella stanza buia a pochi metri da Boni. Il giudice sta bene ed è ora ricoverato all'ospedale per accertamenti. La Procura ha aperto un'inchiesta e nel pomeriggio sono attesi i primi rilievi della Scientifica.




Saturday, December 17, 2005

Prendi i soldi e scappa

La settimana scorsa esco al mattino presto per andare a guadagnarmi da vivere, ma invece che andare al lavoro come ho sempre fatto, entro deciso in un negozio di telefonini. Compro un cellulare della Tre, uno a caso di quelli giganti che fanno le videochiavate, mandano le onde con le immagini e le suonerie gigafoniche. Mi danno 30 euro di credito e una pacca sulla spalla perchè sono un nuovo cliente. Spendo 150 euro. Uscito dal negozio cambio zona, mi reco in centro in un altro negozio.
(Buongiorno, vorrei cambiare operatore telefonico, ho qui un cellulare Tre) Mi fanno partire la procedura e mi spiegano che con la tariffa SuperNataliziaDiStoPaio posso avere messaggi gratis per due mesi e un credito bonus di 50 euro (masticazzi dove devo firmare?). Dopo qualche giorno il telefonino diventa per magia Vodafone e la Tre non si è certo presa la briga di telefonarmi per pregarmi di tornare da loro.
Dopo due giorni di Vodafone decido il passaggio a Wind. Mi reco in un terzo negozio di cellulari e faccio partire la richiesta. MI ricoprono d'oro: messaggi gratis per un anno, fino a 200 euro di credito gratuito con i telefoni fissi, un cesto di primizie, uno di ultimizie e un portachiavi con la faccia di Baudo (er mejo!). Il volto si illumina grazie a due led rossi nei bulbi oculari e ne fà il vero gioiello della promozione. Giubilo gongolandomi fuori dalla porta giurando amore eterno alla Wind.
Perchè fermarsi? Magari passando ad un altro operatore ottengo altri vantaggi. Non resta che giocarsi la carta Tim. L'altroieri passo davanti ad un megastore di elettrodomestici. Richiedo il passaggio all'operatore storico italiano e vabbè, tocca accontentarsi di offerte risicate. Il Natale non li rende più buoni se è vero che mi concedono al massimo 100 sms gratuiti, 10 minuti di videochiamate e un poster del cagnolone con l'accento napoletano che butto via appena uscito. Al termine di questa manfrina mi ritrovo con mille mila minuti gratis di telefonate, un pacco e mezzo di sms per parlare di niente con i miei amici e un po' di gadget stronzi da donare alla pesca della parrocchia.
Colpo finale: asta su Ebay. Vendesi cellulare nuovo mai usato con questo codesto e quello. Un sacco di minuti gratis, sms a profusione, astenersi perditempo, mandare mail ore pasti. Massima serietà guardate i miei feedback e la mia discendenza nobile se non ci credete. Prezzo di partenza: 200 euro.
Oggi pomeriggio si è chiusa l'asta a 350 euro. Un pirla di Bolzano se l'è aggiudicato ed io mi sono guadagnato la pagnotta con sforzo minimo. Ad averci più tempo per queste cose ci si potrebbe campare invece che chiedere l'elemosina ai semafori. Riflettete gente, riflettete: pensano di mettercelo nel culo a noi con le loro offerte ingorde, ma è tutto da dimostrare chi la sa più lunga.




Thursday, December 15, 2005

La mosca cojonuda

Stamattina dovevate vedermi bello arzillo e pimpante mentre rigovernavo, fischiettando l'ultimo successo dei Baustelle ed interrogandomi sul Natale e sulla sua pubblica utilità nel raggiungimento della felicità. Talmente assorto nei miei pensieri, agghindato con grembiule e ciabatte di pezza, non mi sono accorto che stavo spolverando il bordo della finestra schiacciando quasi una povera mosca che prendeva il sole tutta tranquilla.
Non l'avessi mai fatto.
Al mondo esistono diversi tipi di mosche: c'è quella domestica, quella cavallina, il moscone della carne e così via. Ma solo una è veramente fastidiosa per l'appunto come una mosca. E' la mosca stronza. Sono quelle mosche rintronate che si trovano solitamente sul vetro di una finestra, e ci restano appiccicate a differenza delle altre che se sfiorate volano via protestando in pochi secondi. Loro invece stanno lì, cercando di raggiungere la luce, l'illuminazione eterna che il vetro impedisce loro di raggiungere ma che il loro cervello non è in grado di concepire. Sbattono, risbattono la testa, ronzano attorno ma non c'è verso di farle demordere dal loro vegetare inspiegabile. Sono quelle che se vi si attaccano al braccio non vi mollano più, a costo di fare la danza del ventre divincolandovi come ballerine indiane per farla andar via.
Così ho tentato di aprire la finestra per farla gentilmente accomodare fuori dalla mia stanza ordinata ma, ovvio a dirsi, non m'ha filato pari. Ho lasciato la finestra aperta per un po', sperando si accorgesse che nessuno la tratteneva sul vetro e che se voleva poteva andarsene senza problemi ma al mio ritorno dopo quasi un'ora era ancora al suo posto. Prenderla con le mani era impensabile, sono troppo fifone per aver a che fare con insetti che non siano al massimo formiche. La cosa bella è che questo tipo di mosche non rimangono ferme, ma colte da raptus isterico si muovono nervosamente di pochi centimetri restando sostanzialmente sempre al loro posto e producendo un fastidiosissimo ronzio simile a quello di un moscone. Potevo dunque permettere che la mattinata proseguisse in quelle condizioni? Avevo da lavorare non potevo certo perdere troppo tempo dietro una mosca. Peraltro con la finestra aperta in dicembre e il ronzio continuo come minimo avrei dovuto mettermi a correggere i compiti in classe seduto alla mia scrivania con un giaccone invernale e il paraorecchi. Eccessivo davvero.
Raggiunto dunque il livello di sopportazione X+1, dove X era il limite massimo che ero disposto ad accettare, ho preparato una contromossa. Dotato di apposito spargimiele, quello strumentino delizioso quasi inutile che serve a cospargere le fette di pane con il prezioso nettare delle api operose, mi sono avvicinato alla mosca cojonuda. Un attimo e oplà! era ricoperta di vischiosità ambrata in un tripudio di ronzii agonizzanti. Ho assistito trionfante ai suoi tentativi di divincolarsi per un minuto circa. Poi con un pezzettino di carta l'ho raccolta, ferma e ormai semisilenziosa e con un colpo di mano ben assestato l'ho spedita fuori dalla finestra, curandomi di non farla cadere in testa ad un passante, che poi valla a raccontare al giudice di pace una storia così.
Comunque, che non si sparga la voce che sono una persona cattiva eh? Son talmente buono che non farei male ad una mosca.




Friday, December 02, 2005

Giunge il Bambin Gesù

Che Natale sia alle porte te ne accorgi non tanto dalla massa di panettoni accumulati nei supermercati quanto dalla buchetta delle lettere stracolma di orfanelli, ciechi, storpi e bisognosi di ogni tipo che bussano a soldi. Ed io che sono stronzo, ma non fino a questo punto, al massimo mando qualche offerta intorno ad aprile o maggio, quando nessuno me la chiede.